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La moka, frutto dell’intuizione di Alfonso Bialetti, è un oggetto presente in quasi tutte le case italiane ed è sempre più diffusa anche all’estero.
Molti di noi la associano al mitico omino con i baffi disegnato da Paul Campana che è un marchio registrato della Bialetti.
Ma quando e come è stata inventata la moka? E come nascono le intuizioni che portano all’innovazione?
Ve lo racconto nel secondo episodio del mio podcast Percorsi Complessi.
Alfonso Bialetti era nato in piemonte, a Omegna, ma fu costretto ad emigrare in Francia per cercare lavoro quando era appena quindicenne.
Trovò lavoro come operaio in una fonderia di alluminio e fece quel mestiere per molti anni, imparando l’arte. Tornato in Italia decise di aprire la propria azienda per produrre prodotti semilavorati in alluminio.
L’intuizione della moka arrivo nel 1933 quando Alfonso Bialetti aveva 45 anni. Se non hai ascoltato il podcast ti avviso che sto per anticiparti da dove è arrivata l’intuizione.
L’invenzione della moka arrivo dall’osservazione di un oggetto completamente diverso: la lisciveuse ovvero l’antenata della moderna lavatrice.
Nell’episodio ho provato a descrivertela ma da queste immagini si capisce ancora di più la somiglianza tra i due oggetti.
Vedendoli affiancati è facile notare come la lisciveuse abbia ispirato la moka ma fare quella connessione mentale e immaginare e poi realizzare il primo prototipo di moka per poi brevettarla non era affatto scontato.
Come fanno alcune persone a immaginare oggetti che ancora non esistono a partire da altri con funzioni totalmente diverse? Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire meglio come funzionano e come si allenano creatività e innovazione.
Molti pensano che alcune persone abbiano il dono dell’intuizione e che la creatività sia un talento innato ma in realtà è una capacità che tutti possiamo allenare.
Ci sono molte tecniche per farlo e se volete approfondire l’argomento vi consiglio di leggere questi tre libri:
Come racconto in questo episodio del mio podcast “Percorsi Complessi“, per attivare la creatività è necessario concedersi di staccarsi temporaneamente dai percorsi logici per entrare nel mondo dell’immaginazione in cui il giudizio è sospeso e non esistono idee folli o sbagliate. Lo dobbiamo fare per evitare di autocensurare idee che magari sono ancora embrionali e poco definite ma che potrebbero essere molto valide.
In questa fase si lascia spazio per il pensiero divergente che è quello che si stacca dai normali percorsi logici ed è quella da cui inizia a formarsi l’intuizione, è la fase divergente.
L’intuizione ancora in forma embrionale verrà poi plasmata grazie al pensiero logico/razionale che serve a concretizzarla e ad adattarla al mondo reale e ai sui vincoli. Questa fase di pensiero logico si chiama fase convergente.
L’intuizione nasce quindi nel punto di incontro tra la parte immaginativa nella parte divergente e quella della realtà nella parte convergente. O meglio, perché nasca e si trasformi poi in un’innovazione concreta c’è un continuo passaggio in andata e in ritorno tra la fase divergente e quella convergente, passaggio che richiede un delicato equilibrio.
Se saremo troppo sbilanciati potremmo essere inconcludenti o pratici ma poco innovativi.
La preparazione, lo studio, il lavoro e gli investimenti richiesti per passare dall’idea astratta al progetto di innovazione variano da progetto a progetto ma sono quelli che fanno la differenza tra un sogno nel cassetto e un progetto reale.
L’investimento di tempo e denaro fatto per concretizzare il progetto è quello che viene poi tutelato dalle leggi sulla proprietà intellettuale con requisiti e durate diverse a seconda della tipologia di protezione. Se vuoi approfondire queste tematiche ti consiglio un mio articolo dedicato alla proprietà intellettuale.
Per passare poi da un piccolo business con un prodotto apprezzato a un progetto di successo l’innovazione non basta. Ci sono altri elementi che fanno la differenza e che vengono definiti quando si crea la strategia aziendale. Questa è una delle attività in cui supporto le aziende che vogliono crescere.
Parlerò ancora di queste tematiche nei prossimi articoli ed episodi del podcast, se vuoi rimanere aggiornato seguimi su Spotify o Spreaker o iscriviti alla mia newsletter!